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Marco Andrea Pileri

Foro Maculare

Aggiornamento: 14 ott 2020

Il foro maculare a tutto spessore è una soluzione di continuo della retina centrale in area foveolare che si estende dalla membrana limitante interna all'epitelio pigmentato retinico. Molte sono le condizioni che possono condurre alla formazione di un foro maculare ma nella maggior parte dei casi non si evidenzia un fattore causale specifico per cui questi, vengono detti idiopatici o primari. Vasculopatie sistemiche, squilibri ormonali, traumi contusivi, trazioni vitreo maculare antero-posteriore o tangenziale al piano retinico in senso centrifugo, miopia elevata con progressivo assottigliamento della retina centrale, pregresse chirurgie sia sulla retina che sul segmento anteriore dell'occhio, uveiti, trombosi, degenerazioni maculati senili sono le principali cause conosciute che possono condurre alla formazione di un foro maculare a tutto spessore detto secondario. Nella maggior parte dei casi il foro maculare idiopatico si presenta spontaneamente solo in un occhio (solo il 10% delle persone presentano una forma bilaterale) e generalmente in età superiore a 60 anni e più frequentemente nel sesso femminile. Esiste anche una sub classificazione dei fori maculari in base alle dimensioni del foro ricordandosi che queste devono essere misurate nel punto dove i margini del foro sono più vicini tra loro. Abbiamo quindi fori maculati di piccole dimensioni < 250 microns, medie tra 250 e 400 microns e grandi > 400 microns. Inoltre possono essere presenti trazioni vitreo-maculati antero-posteriori o tangenziali al piano retinico.


Foro Maculare diagnosi e cura

I fori maculari, così come tutta la patologia maculare, possono essere seguiti e studiati nella loro evoluzione con tecniche strumentali moderne quali OCT Spectral Domain, 3D OCT e Microperimetria allo scopo di valutare il più opportuno ”timing“ chirurgico.

La sintomatologia è molto spesso improvvisa con un brusco calo dell'acuità visiva centrale mentre nelle fasi di assottigliamento progressivo l'acuità visiva e spesso buona. Può essere preceduta da una lieve o assente distorsione delle immagini e da una alterazione della visione dei colori. La terapia è chirurgica. Mediante la vitrectomia mininvasiva si esegue una completa separazione della cortex vitreale dal piano retinico, un peeling della limitante interna previa colorazione (cromovitrectomia), ed un tamponamento con gas. Nei pazienti che presentano una cataratta incipiente è lecito proporre un intervento combinato. Punto fondamentale per il ripristino anatomico della regione maculare, e forse ancor più importante dell'intervento, è il mantenimento di una posizione prona o ”face down“ già dall'immediato post operatorio.


Pur con variazioni individuali marcate, il recupero funzionale può essere anche molto buono se il foro ha un diametro inferiore ai 250 micron e se si interviene precocemente. La procedura chirurgica può essere eseguita in anestesia locale e il paziente può lasciare la struttura anche nella giornata o il giorno successivo a secondo delle necessità pratiche. L'occhio rimane bendato per circa 48 ore e protetto durante le ore notturne da un guscio di plastica che impedisce sopratutto nell'esecuzione del posizionamento prono di premere sul bulbo oculare operato. Una moderata sensazione di fastidio con dolenzia, arrossamento e gonfiore delle palpebre è normale.



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